venerdì 17 maggio 2013

L'altra mattina mi sono sentita troppo realizzata *^* La prof di italiano ha letto il mio tema alla classe dicendo che era fatto bene e che rispecchiava in totale tutto ciò che lei richiedeva. Insomma ragazzi era il secondo voto più alto della classe!!!

''Alla mia età non c'erano i cellulari, internet e tutte quelle cose lì'' dice sempre la mia nonna. Più volte mi ha mostrato la scatola rosa che contiene le lettere che lei e il mio nonno si mandavano quando lui era lontano. Ricordo ancora il profumo intenso, floreale e inebriante che proviene dalle innumerevoli buste ormai giallognole e che nonna dice che provenga dai fiori che riceveva dentro le buste del suo amato.
Da bambina, e ancora oggi, leggo affascinata quell'unica lettera che mi è permessa leggere, l'unica che non è, al dire di mia nonna, ''per persone grandi''.
Spesso penso a quella scatola, al modo di scambiarsi parole a distanza anni fa e poi lo confronto a oggi. Quell'ansia, quell'impazienza che torturava i miei nonni mentre aspettavano le reciproche lettere per noi non esiste più, oggi ci basta mandare un messaggio al cellulare, in istant chat, su what's app o su messanger e subito sappiamo se la persona che ci interessa ha letto o no le parole che gli abbiamo scritto; parole, poi, che sono sempre più sintetiche. Oggi quei tre fogli scritti con una calligrafia leggermente tremolante del nonno che ho letto verrebbero sicuramente riassunti con un freddo, sintetico e brevissimo ''TVB'' in un perfetto stile Arial, senza imperfezioni se non per la mancanza dei punti di abbreviazione.
Ormai la piccola busta che abbiamo come icona nei nostri celuulari è solo un simbolo; lettere e messaggi sono quasi due mondi diversi. Solamente 160 sono i caratteri che può contenere un messaggio, molti se confrontati con la lunghezza media degli SMS che la gente si manda ma infinitamente pochi pensando a tutto ciò che può stare scritto su un unico foglio di carta da lettere.
Nonna mi racconta spesso che riceveva lettere che la facevano ridere a crepapelle o piangere come una fontana per ore che non sono minimamente paragonabili ai testi dei messaggi che le faccio leggere ogni tanto; dice sempre che i miei non hanno personalità e che, quando li legge, non le danno l'impressione di sentire la persona parlarle e che sono troppo brevi. A queste risposte mi balenano in testa domande come 'in che modo avrebbero fatto i miei nonni a scriversi quelle rigonfie lettere 'da grandi' su un SMS?'' Sarebbe stato quasi impossibile, sia per il lungo tempo impiegato a scrivere, sia per il costo. Questo mi fa capire quanto sia bello scambiarsi lunghe lettere con un'amico o con la persona amata anzichè scrivere i classici 'cm stai?' 'ke Hai fatto d bll gg?' o 'raccontami qlcs d interessante xke mi annoio'.
Con questo pensiero in testa un mese fa ho comprato della simpatica carta da lettere e ho steso i miei primi pensieri che ho poi imbustato e inviato alla mia migliore amica. Al contrario di tutto ciò he si dice in giro ho riscontrato che la moda delle lettere non è ancora morta, se ne è solo perso l'uso, e che, se vogliamo, possiamo tornare ai fogli scribacchiati e pieni di sentimento anzi che restare ai testi brevi e freddi.

naturalmente mancano le correzioni della prof, ma sono soddisfatta di ciò che ho scritto nonostante siano tutte cose inventate di sana pianta dato che non esiste nessuna scatola rosa, nessun nonno che viveva lontano e nessuna amica a cui ho inviato la lettera :)

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